Recensione: “Quegli Oscuri Presagi” di Manlio Castagna

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Genere: Storico Fantasy

5+++ ⭐️

Ho appena finito di leggere il libro e in piena notte scrivo questa recensione per non abbandonare il filo delle emozioni.

Ero rimasta affascinata dal primo istante, da quando avevo visto la copertina e letto la trama.

Uno storico ambientato a Napoli nel 1656 durante il periodo della terribile peste, con aggiunta anche di elementi magici e avventure nella Napoli sotterranea non poteva non catturare la mia attenzione.

Inoltre, la presenza di personaggi come Artemisia, di “monacielli” e di tutto quell’incredibile folclore napoletano erano elementi che avevano per me un’attrattiva particolare.

Insomma, avevo altissime aspettative e non sono state per nulla disattese. Anzi, il romanzo mi ha appassionata e sorpresa ben più di quanto mi aspettassi.

Ho adorato il modo in cui, attraverso Alma, ho vissuto sulla mia pelle la Napoli di quel periodo storico. I dettagli di ogni ambientazione e personaggio mi hanno fatto immergere a pieno nella storia. Il terribile periodo della peste è descritto con tale accuratezza da far paura.

Ho sofferto con la protagonista, ho gioito con lei e sentito il timore scorrere nel mio stesso corpo.

La parte storica si mescola così bene a quella romanzata da portarti a credere che sia questa la verità e che tutto ciò che accade ad Alma ed Esteban sia vero.

Ora sono così curiosa riguardo a determinati argomenti, fatti storici e leggende narrate che non posso fare altro che andare a cercarmi tutti i riferimenti per approfondire la realtà di quel periodo.

Ho sempre pensato che scrivere un romanzo fantasy ambientato in Italia fosse possibile. Con un’ambientazione storica del genere è ancor più bello.

Ringrazio la Mondadori per avermi dato la possibilità di leggere questa bellissima storia e l’autore per avermi fatto vivere un’incredibile avventura in una Napoli tragica quanto magica.

Assolutamente consigliato!

Recensione: “Il libro delle cose perdute” di John Connolly

Genere: Fantasy

5+ ⭐️

Non avevo alcuna idea di cosa aspettarmi da questo libro che non avevo mai letto prima d’ora, ed è stato una bellissima sorpresa.

Un mix di atmosfere tra “La Storia Infinita”, “Le Cronache di Narnia”, “Fairy Tale” e anche uno S. King dei primi libri.

David, il ragazzino protagonista, fa un viaggio incredibile in un mondo dove le fiabe vengono rivisitate e hanno le cupezze più di quelle originali popolari che non di quelle edulcorate per bambini. In aggiunta, però, anche una vena ironica che ha alleggerito alcuni momenti (i sette nani “compagni” e da Biancaneve che si sveglia e dà un ceffone al principe molesto mi hanno deliziata dalle risate.)

Il viaggio di David, però, è fortemente allegorico, è il suo personale percorso attraverso le proprie paure e incubi, ma anche la propria parte “crudele”, quella che tutti abbiamo, chi più e chi meno.

Si tratta, insomma, del viaggio stesso della nostra vita, quello che ci porta a fronteggiare le difficoltà, a scegliere quale strada intraprendere, ad affrontare le nostre paure, spesso meschine e non sempre reali, e decidere se combatterle o leggittimarle.

Ogni personaggio, dal più puro e valido, come Rolando (mi ha spezzato il cuore) o il Boscaiolo, a quelli inquietanti, come Leroi o l’Uomo Storto, sono così complessi e tridimensionali da farti dimenticare che appartengono a un mondo fantastico.

Bellissimo il finale (di questo primo libro che, a quanto ho capito, è la seconda edizione e corrisponde alla prima parte dell’intera opera suddivisa poi in due volumi), e non nascondo di essermi commossa.

Interessante la postfazione dell’autore e due vere chicche i due racconti successivi a fine libro.

Insomma… mi butto subito sul secondo e se non lo avete letto questo ve lo consiglio senza alcun dubbio!

Recensione: “Fairy Tale” di Stephen King

Genere: Fantasy

5 ⭐++

King ha questa particolarità, tra le altre: riesce sempre a sorprenderti, e io sono una lettrice talmente onnivora da poter apprezzare anche un libro come questo, come tutti quelli letti nell’ultimo periodo.

Si cresce nella vita come nella scrittura, e sono ben felice di vedere come un autore così bravo e prolifico riesca con il tempo a variare generi e stile, pur mantenendo di base quella particolare sensibilità capace di creare personaggi dalle mille sfumature, dove il bianco e il nero, il lato positivo come quello negativo, si mescolano non per creare un “grigio” ma mille colori.

Questa non è una fiaba, eppure lo è, anche se non la classica favola. È un libro ricco di magia, dove il mondo reale con drammi e dolori da affrontare e superare ne incontra uno con un mondo magico, senza draghi o fate (ma chissà, forse a Empis ne esistono), eppure ricco di incanto e, allo stesso tempo, di forze oscure.

Ho amato Charlie dal primo istante. Un bimbo che troppo presto è dovuto crescere, diventato un diciassettenne coraggioso e dal grande cuore, nonostante gli errori dell’adolescenza dai quali ha saputo smarcarsi.

Ho amato Radar, Rades, alla follia e il mio cuore troppe volte ha palpitato per le sorti di questo stupendo cane.

Ho compreso il dolore del padre di Charlie, le scelte di Howard, quelle di Leah.

Ho pianto per alcuni dei tanti personaggi, ho gioito per la morte di altri, pur avendo pietà per il loro infelice passato.

Soprattutto, di questo romanzo ho compreso il senso che è così simile al mio pensiero: ogni cosa che ci accade nella vita ci porta a un punto successivo e, dunque, anche le peggiori fanno parte di noi, ci rendono ciò che siamo, hanno un senso se sappiamo guardare e ascoltare con attenzione.

Questo è un libro bellissimo e io non posso che consigliarlo a tutti, fan o meno del Maestro.