Recensione: “Amore S.P.A. 2 – Toccherete il cielo con un dito” di Maurice Fay

Genere: MM Fantasy

Anche con questo secondo libro della serie il nostro Maurice è riuscito nella doppia impresa: farmi ridere a crepapelle ed emozionare durante la lettura, e poi farmi piangere di commozione nei ringraziamenti finali.

Tra l’altro, con questo volume ancora più che con il primo, ho avuto seri problemi. Nel senso che nella mia testa, quando Val aveva il punto di vista, io sentivo solo la voce di Maurice.
Insomma, il ValMau ha preso il sopravvento e la cosa mi è piaciuta ancora di più. Mi ritengo piuttosto fortunata nel conoscerlo sia di persona che tramite vocali su una chat di autorɜ… ecco, voi immaginate Val che vi manda vocali sulle più disparate questioni… ma non sono una lettrice/autrice fortunella?

Il secondo problema è che non riesco a ricordarmi i nomi di alcuni personaggi, perché Val mi ha impappinata e adesso questa recensione sembra scritta da lui. Chi erano gemella 1 e gemella 2? Coso lì, MichaelSilverDaddy?

Okay, ora cerco di de-Valizzarmi e di parlarvi di questo libro in modo serio.

Maurice è riuscito a fare qualcosa sulla quale mi trova estremamente concorde: parlare di Amore, nelle sue millemila varianti, in modo ironico, dolce, sincero e pazzo. E tutto ciò è la miglior medicina per “combattere” la dilagante malvagità che, ahimè, ci circonda.

Ivan mi ha mostrato tutte le sue crepe in quella corazza che si porta dietro dalla nascita e mi ha stritolato il cuoricino di continuo. Avrei voluto abbracciarlo non una, ma mille volte.

Val mi ha fatto ridere così tanto da rischiare di svegliare l’intero palazzo in piena notte.

Entrambi, però, mi hanno anche portato a riflettere sulle umane fragilità, su come anche l’amore sentimentale non sia sempre uguale e abbia diversissimi modi di esprimersi e di essere. Quelle che spesso si crede siano debolezze, Maurice fa comprendere quanto siano soltanto umane e normalissime sensazioni e niente toglie forza all’amore.

Ciò che siamo e saremo dipende solo dalle nostre scelte, dalle nostre azioni.

Comunque sia, mi ritengo fortunata ad aver letto il libro in un momento storico e personale come questo, e ad avere un MalValeny nella mia vita.

Ne avremmo tutti bisogno e, forse, il mondo sarebbe davvero un posto migliore per tuttɜ.

Ps: menzione d’onore a Gabriele che è riuscito a stupirmi non poco.

Assolutamente consigliato!

Recensione: “Hexhunter – Il trovaincantesimi (Hexworld #4)” di Jordan L. Hawk

Genere: MM fantasy storico

5 ⭐️

Aspettavo questo quarto libro della serie Hexworld dalla fine del primo. Le aspettative erano alte, e non sono state deluse.

Isaac ha una storia travagliata e il suo personaggio aveva conquistato il mio cuore dalla sua prima apparizione. Si sapeva e si intuiva quanto fosse turbato e traumatizzato, ma non immaginavo fino a che punto lo fosse.

Billy, invece, mi era stato subito simpatico e nei volumi precedenti avevo trovato molto dolce la sua evidente, ma rispettosa attrazione per Isaac. Ciò che non mi aspettavo era quanto anche lui avesse traumi e insicurezze da elaborare.

Questi due uomini, tanto diversi quanto simili, sono di una dolcezza incredibile. Ho molto amato il loro modo di avvicinarsi, e apprezzato tantissimo la tenace pazienza di Billy nei confronti di Isaac e dei suoi incredibili traumi, quanto la forza di Isaac che nemmeno lui è consapevole di avere.

Un legame, per una volta, che ha significato una vera e reale scelta, anche in contrapposizione con quel legame magico che ha portato tutti gli altri personaggi ad avvicinarsi.

Isaac e Billy hanno preso il loro tempo per curarsi le reciproche ferite, ed è stato un bellissimo viaggio.

Come sempre, le descrizioni della New York di fine Ottocento è perfetta e le note finali molto interessanti per i dettagli storici riportati.

Mi chiedo solo se ci saranno altri volumi di questa serie, perché se così fosse mi ci fonderei subito.

Assolutamente consigliato!

Recensione: “Flash Fire (The Extraordinaries vol. 2)” di TJ Klune

Genere: MM Young adult scifi

5+++⭐️

Da non molto Daniela Barisone ha scritto un articolo (lo trovate qui su Medium o su IG nella sua bio) su quanto la “voce” di chi scrive sia importante e di come, invece, la cosiddetta “scrittura trasparente” sia l’appiattimento della narrativa.

Ecco, Klune per me rappresenta la perfetta sintesi di questo discorso. Io amo il suo stile, che riconosco anche quando cambia genere o ritmo narrativo, perché sento la sua “voce”, la percepisco forte e chiara nel cuore e nell’anima.

Questo secondo volume della serie young adult scifi “The Extraordinaries” mi è piaciuto quanto se non più del primo.

C’è tutto: risate e lacrime, ironia tagliente (solo a lui poteva venire in mente una drag queen con i superpoteri), ma anche tante allegorie con il mondo che viviamo nella realtà.

La presa di coscienza di come la polizia si comporti in modo differente davanti a un bianco o a un nero. La paura che vivono le persone nere e che un bianco non vive quasi mai (a meno che non abbia qualcosa da nascondere).
Le minoranze: persone queer, nere, di altre etnie diverse da quella bianca, non americani, trattate come esseri pericolosi (“chi non denuncia è complice”) a prescindere e non in base alle loro azioni, o da “curare” (curare uno straordinario con i superpoteri non vi ricorda le terapie riparative per le persone queer?)

Si potrebbe pensare, leggendo questo libro, che non ci siano colpi di scena veri, che molto è intuibile, ed è qui, però, che interviene la “voce” di Klune:

“…non aiuta il fatto che anche il mondo sia un posto spaventoso, pieno di persone pronte a tutto per ostacolarci. Ma sono qui per dirvi che non importa quanto rumore facciano quei detrattori – non importa quanto siano arrabbiati, quanto siano aggressivi -, le nostre voci sono più forti. Noi urliamo di più. E non c’è nulla che non possiamo fare se alziamo la voce tutti insieme, se ci sosteniamo a vicenda.”

“… un mondo senza speranza non è mondo. La speranza è una benedizione. La speranza è una necessità. La speranza, quando serve, è un’4rma da brandire con mano ferma ma giusta.”

“Siamo qui, siamo queer, e vi conviene farvene una ragione.”

“Fregatevene di chiunque non vi ritenga capaci, perché renderemo questo mondo migliore, con o senza il loro aiuto. E un messaggio per tutti quelli che cercheranno di metterci a tacere: fallirete, e fallirete alla grande.”

Non conta che queste parole siano di un personaggio diciassettenne, in un libro con i supereroi più strampalati di sempre. Non conta che si senta la voce di Klune e il suo “grido di battaglia”. L’unica cosa importante, per me, è ascoltare questa voce e sapere di non essere sola.

E sì, è “politico” perché non esiste un buon libro, indipendentemente dal genere, che non lo sia!

PS: RICORDATE DI LEGGERE ANCHE L’EXTRA DOPO I RINGRAZIAMENTI!

Assolutamente consigliato!

Recensione: “Qualcosa di spettacolare” di Alexis Hall

Genere: storico romance LGBTQIA+

2 ⭐️ Abbandonato al 53%

È la prima volta che recensisco un libro senza averlo finito, ma arrivata a oltre la metà proprio non ce la faccio più.

Ho amato in maniera folle il primo di questa serie, quindi avevo altissime aspettative.

Non ha alcuna importanza il tipo di linguaggio nonostante l’ambientazione storica (è voluto, è dichiarato in premessa ed era così anche nel primo). Nemmeno ha influito il personaggio di Orfeo non-binary (castrato nello specifico, che all’epoca era abitudine per i cantanti lirici) o l’uso della schwa.

Il problema principale è che ho trovato tutto confusionario, poco credibile nelle dinamiche tra i personaggi e anche piuttosto grotteschi.

Tutta la splendida, ma perfetta ironia del primo libro qui si è trasformata in un caos assolutamente, per me, senza senso.

Ovviamente è solo un mio personale parere e, dunque, invito sempre a farvene uno vostro che potrebbe essere del tutto opposto al mio.

Recensione: “La Benedizione dell’ufficiale divino – La terza ascesa (Vol. 1)” di Mo Xiang Tong Xiu

Genere: DanMei/Fantasy/Storico/Xianxia/MM

Premessa: ho già letto l’opera intera nel 2020 (con le traduzioni dei fan in inglese) e anche riletta in italiano, man mano che i fan italiani la traducevano, fino al momento in cui la OV ha annunciato la pubblicazione. Ho anche letto la graphic novel (anche se è stata interrotta, ahimè) e visto le due stagioni della versione animata.

Ciò significa che per me questa è una rilettura, ma allo stesso tempo anche una nuova lettura e l’ho letteralmente amata alla follia! Avrei voluto continuare subito con il volume successivo, con la stessa spinta che ebbi quando la lessi la prima volta.

Ho sempre pensato che questa fosse l’opera più bella e matura dell’autrice, per la complessità dei personaggi e della struttura intera del romanzo. Ripercorrere il primo arco narrativo, conoscendo già la realtà di alcune cose, mi ha permesso di cogliere sfumature sfuggite alla prima lettura.

Io non rileggo quasi mai nulla, ma questa è certamente una storia che lo merita e che può regalare nuove emozioni anche a chi già conosce tutto il romanzo.

Un fantasy storico ambientato nell’antica Cina ricco di mitologia, avventure e una splendida storia d’amore queer (che fa da legame, ma in un recipiente ricco di tante altre tematiche), ma che ti spinge anche spesso a riflettere su molte cose.

Lo scontro, ad esempio, che avviene a Banyue, con due fazioni che si accusano a vicenda finendo per avere torto entrambe, e una battaglia che va avanti da secoli ricordano tristemente l’attualità. Per quanto all’epoca l’autrice non avesse di certo voluto riferirsi ad avvenimenti specifici, è scritto nella storia stessa dell’umanità questo ineluttabile, a quanto pare, destino e la metafora quindi è immediata.

Riguardo a Xie Lian e San Lang: sono due personaggi che possono sembrare opposti, eppure hanno tantissimo in comune e non a caso tra loro il legame è immediato. Su questo e su loro due non posso dire altro, considerando che siamo solo all’inizio di un lungo e bellissimo percorso (il VERO slow-burn che io amo), ma credo di essermi innamorata di loro ancor più di prima.

Ho apprezzato moltissimo il modo in cui la OV ha deciso di lasciare l’appellativo “gege”, specificando nel glossario finale quanto sia importante affettivamente per il fandom internazionale, ma usando anche un perfetto escamotage con una frase aggiunta per spiegarne il senso, la prima volta che appare.

Ho apprezzato ancora di più come sia stato tradotto l’appellativo di uno dei personaggi, Il Nume del vento, ma anche su questo non posso spiegare per quale motivo questa scelta di traduzione sia perfetta. Bisogna attendere il prossimo libro per comprenderlo (o per darmi modo di poterlo spiegare).
Tra l’altro, è tra i miei personaggi preferiti di tutto il romanzo.

Insomma, non so se essere contenta di non avere già tutti i libri a disposizione (la mia libreria e il mio conto corrente preferirebbero a rate) o sperare che escano il prossimo mese tutti quanti in modo da tuffarmi ancora e senza sosta in questo meraviglioso viaggio, e in un tunnel dal quale non si esce mai.

Assolutamente e totalmente consigliato!

Recensione: “Da qualche parte al di là del mare” di TJ Klune

Genere: fantasy queer

5+++ ⭐️

È più bello del primo.

Basterebbe questa frase a dire tutto, ma dopo averlo terminato all’una di notte, in una valle di lacrime fatte di cubetti di ghiaccio (capirete questa cosa leggendo) mentre ridevo e piangevo, io DEVO raccontarvi quanto abbia amato questo libro.

La maturità di scrittura e di pensiero è, per me, palese. Avrei voluto sottolineare decine e decine di passaggi durante la lettura.

Ho amato avere il punto di vista di Arthur in questo secondo volume, ho amato OGNI straordinario bambino, OGNI personaggio che fa parte di questa magica e meravigliosa found family.

Ho “visto” il cuore e l’anima di ognuno di loro, ho sentito la loro voce, il loro urlo di speranza, dolore e gioia:

Chauncey, Talia, Sal, Phee, Theodore, Lucy (ODDIO LUCY!) vi amo in un un modo così profondo che le parole non bastano a descriverlo.
David, benvenuto, mi hai strappato lacrime e risate e ti voglio un mondo di bene.
Zoe sei pazzesca.
Helen ti adoro.
T-Bone sei una forza.
Merle sei un mito.

Linus ti ho amato dal primo secondo del primo libro fino all’ultimo di questo volume.

Arthur… il tuo “canto” mi è arrivato potente, forte, devastante. Hai bruciato la mia anima, facendola volare, cadere e rinascere più volte.

Il tuo canto è quello di chi ti ha creato, ma anche il mio e il “nostro”.

Perché le persone che odiano fanno più rumore, ma coloro che non si arrendono, che sanno amare, in tutte le sue forme, e ne conoscono il valore hanno un potere inimmaginabile: quello della speranza.

Perché qualsiasi cosa possiate dire o fare, noi persone queer continueremo a esserci, ad amare e saremo qui prontɜ a cambiare il mondo.

E lo faremo anche solo mettendoci di fronte a voi per “vedervi”, e nel farlo, nel vedere e riconoscere il “vostro” vuoto interiore, avremo vinto.

Io non so, soprattutto in questo momento storico, se arriverò a vederlo questo cambiamento, ma finché ci saranno autorɜ come Klune so che ci sarà luce in tutto questo buio e una fine al tunnel in cui il mondo cerca di buttarci.

Quindi, di nuovo grazie TJ… sei stato una volta di più un faro nell’oscurità che mi circonda.

Assolutamente consigliato!

Recensione: “Deosil (Whyborne & Griffin #11)” di Jordan L. Hawk

5 +++⭐️

E sono arrivata qui, alla fine di questa incredibile e sorprendente avventura, con le lacrime che non mi abbandonano per l’emozione.

Quando iniziai la serie mi innamorai subito dell’ambientazione e, soprattutto, di Whyborne.

Mai, però, avrei immaginato tutto ciò che è accaduto, tutte le scoperte, i colpi di scena, i percorsi individuali di ogni personaggio, le evoluzioni, le cadute e le risalite.

È stata un’avventura mozzafiato, soprattutto in questo ultimo libro nel quale non ho avuto un attimo di riposo. Un ritmo adrenalinico, ansia, panico, risate e lacrime.

Ho amato ognuno di loro in un modo incredibile, questa found family queer di umani e non umani, di esseri “imperfetti” e, proprio per questo, meravigliosi.

Eroi che non sanno di esserlo, ma che lo diventano malgrado fragilità, errori e sconfitte.

Perché essere “eroi” nella vita significa semplicemente imparare ad accettarsi, a credere in se stessi, ad andare avanti nonostante tutto.

Widdershins mi ha “raccolto lungo questo viaggio” e io ne faccio parte… perché “Widdershins sa chi gli appartiene”.

Assolutamente consigliato!

Recensione: “Dark Heir” di C.S. Pacat

Genere: fantasy/storico/queer/young adult

5 +++ ⭐️

Dei 36 libri letti quest’anno solo uno aveva raggiunto questa vetta e, da quando ho finito il libro stanotte, non faccio che pensare ai prossimi possibili sviluppi di questa incredibile storia.

Se Dark Rise mi era molto piaciuto, Dark Heir mi ha letteralmente stregata. Più di 500 pagine che mi hanno tenuta incollata al libro senza che riuscissi a staccarmene e soffrendo quando ero obbligata a farlo.
Una serie continua di colpi di scena a partire dal Prologo che ti fa saltare sulla sedia. E questo nonostante alcune cose le avessi già comunque intuite.

Pacat ha scritto una meraviglia, un’avventura ricca di magia, strategie e battaglie che ti tiene con il fiato sospeso a ogni riga, con l’ansia costante e l’incognita di ciò che potrà accadere, condita da una perfetta ambientazione che spazia dall’Inghilterra all’Umbria del 1821.

Una eterna lotta tra Bene e Male, tra Luce e Oscurità. Due estremi che si battono tra loro nell’anima di tutti i personaggi, oscillando tra uno e l’altro, lasciandosi travolgere da uno o dall’altro.

Una perfetta metafora dell’animo umano.

Mi si è spezzato il cuore più volte.
Sono addolorata per Cyprian e Violet.
Sono in piena ossessione per Will e James e non so assolutamente in che modo Will potrà vincere la battaglia e il nemico peggiore che abbia mai dovuto affrontare, né come riusciranno a ricomporre ciò che è andato in frantumi.

Sono certa soltanto di una cosa: attenderò l’uscita del terzo pregando che arrivi il prima possibile.

Consigliatissimo!

Recensione: “Dark Rise” di C.S. Pacat

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Genere: Fantasy/Storico/Queer

5 + ⭐️
Ho appena finito il libro e ho già in mano il secondo.
Questo dovrebbe bastare per far capire quanto mi sia piaciuto.

Iniziamo con il dire che, già dalle prime righe, ho notato l’enorme salto qualitativo rispetto a Captive Prince, serie che ho amato ma che aveva, per me, delle mancanze soprattutto nel primo volume.

Nelle note finali l’autrice racconta di come abbia impiegato dieci anni solo per costruire il wordlbuilding e girato tutta Europa, e questo studio lo si riconosce in ogni dettaglio.

In Dark Rise da subito mi sono trovata immersa nella Londra del 1821, vera e pulsante come se fossi stata li. Allo stesso tempo, mi sono ritrovata catapultata in un mondo ricco di magia, misteri, epoche perdute e rinate.

Una eterna lotta tra il Bene e il Male, dove però tutto ciò che sembra può essere ribaltato da un momento all’altro e in ognuno dei personaggi possono risiedere varie anime e sfumature.

Un romanzo corale, un vero e molto ben strutturato fantasy storico che ti trascina con un ritmo incalzante, tra lotte e sangue che ti portano via personaggi, quando meno te l’aspetti e in modi anche orribili, straziandoti il cuore e facendoti saltare sulla sedia per la sorpresa e l’incredulità.

Nonostante alcune cose le avessi intuite, la storia è riuscita a sorprendermi e, ne sono certa, lo farà ancora nei prossimi libri della serie.

Per me, insomma, i soldi spesi per il cartaceo valgono fino all’ultimo centesimo!

Consigliatissimo!

Recensione: “Luce dalle altre stelle” di Ryka Aoky

Genere: WlW/Queer/Romance Fantasy/Sci-fi

Neanche un intero universo di stelle basta per dare un voto a questo assoluto capolavoro.

Ho comprato il libro solo per ciò che TJ Klune ne ha detto e riportato sulla cover: “una meraviglia che ti cambia la vita. Ho. Adorato. Questo. Libro.”

Un terno al lotto, in pratica. L’ho iniziato senza nemmeno leggere la trama, e l’ho finito stanotte all’una e mezza, in un mare di lacrime e letteralmente estasiata da una delle opere più originali e belle mai lette negli ultimi anni.

Qui dentro c’è di tutto: fantasy con demoni a caccia di anime, sci-fi con alieni che raccontano di altre galassie, mondi e guerre interstellari, il patriarcato, le discriminazioni, personaggi queer di ogni genere, Amore di ogni genere, da quello interrazziale e saffico a quello “filiale”, e una spettacolare e incredibile found-family.

Ho amato dal primo secondo Katrina (e non dirò mai il suo “dead-name” perché la rispetto come se fosse una persona reale). Una ragazzina transgender fragile come un vaso di cristallo, forte come una roccia, grezza e pura come un perfetto diamante. Mi è entrata nel cuore in modi che non potete immaginare.

Shizuka Satomi è stata il personaggio con uno dei percorsi più belli mai letti. Mi ha fatta piangere le lacrime di una vita intera.

Lan Tran mi ha sorpresa nei modi più impensabili e la sto ancora adesso ringraziando, come se fosse vera e non un personaggio, per ciò che è riuscita a realizzare.

Shirley merita tutto l’amore e l’ammirazione di questo mondo, così come zia Floresta, i gemelli, Astrid e Lucy Matìa con il figlio Andrew.

L’autrice è riuscita a farmi immergere in un mondo ricco di musica, a farmi assaporare ogni pietanza (dalle ciambelle, ai burritos, dall’anatra ai classici piatti orientali), ma soprattutto è stata in grado di farmi sentire il “canto” di un violino, la magia nelle mani di chi suona come di chi li costruisce e li ripara. Mi ha emozionata, toccando corde interiori che non sapevo di avere o che forse non ricordavo, facendomi “ascoltare” un pezzo di Bartók, o brani musicali realizzati per videogames.

Li ho sentiti per davvero, come se fossi stata lì seduta nello studio di registrazione o sotto a un palco.

Mai avrei potuto pensare che un libro ibrido come questo, con elementi classici fantasy mescolati a sci-fi, a romance queer e a percorsi di formazione avrebbe potuto essere così bello.
Ne sono uscita scossa e arricchita, divertita ed estasiata.

Questo libro è talmente particolare che forse non tutti lo ameranno, ma fatevi un piacere: leggetelo!

Assolutamente e senza alcun dubbio consigliato!