Recensione: “Il corpo che indosso” di Donatella Ceglia

Genere: MM romance contemporaneo

5++ ⭐️

Ho finito il libro il giorno di Natale, ma ho fatto sedimentare le sensazioni per 24 ore prima di fare una recensione.

È raro, anzi rarissimo, che io venga trascinata da tante emozioni con un romance. La mia preferenza, in genere, è sempre per letture che abbiano anche una trama fantasy, thriller, storica, narrativa di formazione o, meglio ancora, un mix di tutto.

Avevo acquistato il libro alla sua uscita, credo, sicura di volerlo leggere per gli argomenti trattati. Come sempre mi accade, mi ci sono buttata soltanto quando mi ha “chiamata”.

Per alcuni versi, ho empatizzato così tanto con Elia (il caso del nome simile al mio è una incredibile coincidenza) da non riuscire più a separare alcuni miei ricordi dalla lettura. È il motivo per il quale ho dovuto lasciar passare del tempo e fare la recensione a mente fredda e lucida.

Elia è un personaggio fragile e forte, come lo sono tutti gli esseri umani, travolto da ciò che la famiglia e la società si aspetta da lui, e lacerato da ciò che nella sua anima ribolle da sempre.
In tutto questo caos interiore, che lo rende inerme di fronte alla brutalità esterna, Gio diventa la sua ancora, ma con il tempo anche la sua catena.

Seguire la crescita di questi due ragazzini e del loro rapporto è stato bellissimo quanto straziante. Ho amato il modo in cui Gio e sua nonna hanno letteralmente salvato Elia spingendolo a capirsi e ad accettarsi.

Allo stesso tempo, però, ho sofferto tantissimo per le mancanze e per i compromessi che Elia ha “ingoiato”, sorridendo quando avrebbe voluto solo piangere e urlare, durante l’evoluzione-involuzione del loro rapporto.

Ed è qui che la mia recensione non può andare oltre, perché il mio vissuto la influenzerebbe troppo.

Posso solo dirvi che lo stile narrativo è fluido, a tratti poetico e intenso quanto la storia che viene raccontata.

Dovrei dire anche qualcosa su tutti gli altri personaggi – Libera, Eleonora, Yin, André, Arianna, Sebastiano -, ma vi basti sapere che ognuno di loro è perfettamente inquadrato e delineato in ogni sfaccettatura.

Menzione d’onore a un “personaggio chiave”: l’appartamento. Non una semplice ambientazione, ma un essere vivo e pulsante che accoglie e coccola o imprigiona e respinge a seconda dei momenti.

Assolutamente consigliato!

Lascia un commento